C’è bisogno della voce di Gino Strada, su L’Espresso

C’è la guerra fuori, e abbiamo bisogno delle parole di Gino. Perché se c’è la guerra, ci serve almeno sapere che c’è qualcuno che fa qualcosa contro la guerra.
Gino Strada che, figlio di una famiglia operaia di Sesto San Giovanni, studia cardio-chirurgia a Pittsburgh e Stanford, potrebbe fermarsi come ricco chirurgo ma torna in Italia. Dopo un po’ si rende conto che gli standard sanitari del “primo mondo” dovrebbero esistere ovunque. Così parte per i paesi in guerra, quelli in cui gli ospedali sono i più devastati. Poi, nel 1994 fonda Emergency e fino a oggi cura 11 milioni di persone, Gino opera personalmente 30mila pazienti. Diventa l’uomo che vuole sconfiggere la guerra. Il fatto che il mondo non gli abbia riconosciuto il Nobel per la Pace a mio avviso dice molto del mondo. Il fatto che l’Italia non sia stata capace di nominarlo Commissario straordinario per la gestione dell’emergenza Covid in Calabria (dopo che tra l’altro aveva aperto molti ambulatori nella regione, per supplire alla sanità locale commissariata) dice tantissimo dell’Italia.
Su L’Espresso scrivo di Gino Strada, partendo dal suo libro appena uscito, curato con amore da sua moglie Simonetta Gola.

2022-03-07T15:38:12+02:00 7 Marzo 2022|